Le arti "conclamate" sono 9, di cui 7 hanno una storia millenaria...Musica, Poesia, Pittura, Scultura, Danza, Teatro e Architettura. Le 2 più recenti, Cinema e Fumetto, sono un gentile omaggio del XX secolo.
C'è un modo per stabilire quale sia l'arte più elevata? Secondo me si, il criterio da usare dovrebbe essere la forza evocativa e lo spazio all'immaginazione che rende l'osservatore partecipe e non supino spettatore.
1) La Musica
In base a questo principio la musica è la prima classificata, la più eterea, quella che impone meno sovrastrutture al suo fruitore. Chi ascolta un brano musicale lascia che la sua immaginazione venga stimolata e le sue emozioni sollecitate dalla sequenza di note. Non ci sono immagini o parole che, come un bollo obbligatorio, si imprimono nella mente; solo liberi pensieri che, secondo la predisposizione di ognuno, vengono creati all'istante e plasmati dalle pieghe che prende la melodia.
2) La Poesia
Seconda classificata per meriti di minor ingombro di sovrastrutture rispetto alle successive sette, ma sicuramente più greve (nel senso di grave, pesante, opprimente) rispetto alla musica. La poesia anche se non introduce l'elemento visuale vero e proprio, corrompe l'ascoltatore imponendogli la lingua parlata. Cioè una sequenza di parole -quelle e non altre- che veicolano uno stato d'animo dal poeta al suo lettore. Al giorno d'oggi chi ha davvero sensibilità per leggere una poesia? La lettura è veloce, quantitativa, poco incline all'introspezione dello scrittore e, in modo inconscio, di se stessi (i lettori). Quindi direi che è un'arte da rivalutare e, nello stesso tempo, reimparare a fruirne con strumenti dimenticati quali la calma, la concentrazione, il silenzio e una mente sgombra da pensieri opprimenti.
3) La Pittura
La pittura, buona terza, provvede all'osservatore uno scenario fisso, un'immagine che, per quanto criptica, movimentata, oppure scarna, quasi povera di stimoli visivi, è invece pur sempre capace di far riflettere. Fa riflettere in maniera meno autonoma rispetto a musica e poesia, dove gli scenari sono creati dall'osservatore e il creatore dell'opera pensa solo a evocarli -anche se potrebbero essere lontanissimi quelli concepiti da entrambi-. La modalità di fruizione dell'opera pittorica è anche più veloce rispetto all'opera poetica; all'osservatore istintivo basta uno sguardo rapidissimo per captare il bello, il non già visto, il brivido del piacere visivo che spesso collima con una figura sensuale: perché no? Molti pittori, anche nelle loro tele più insospettabili, riversano una tensione erotica che non sfugge a chi osserva. E come la sensualità, anche altri stati d'animo, emozioni e pensieri, più o meno intellegibili, sono là che aspettano di stimolare e contagiare chi osserva il quadro. Rispetto alla poesia, la composizione è invece più lenta; pur ammettendo l'esecuzione di getto soprattutto nelle bozze, la creazione finale può richiedere molto tempo prima di essere ultimata.
4) Scultura
Come compagna di classifica della pittura, non poteva che esserci la sua versione tridimensionale: la scultura. In realtà la materia può evocare con molta forza sentimenti, drammi e commedie ma, proprio per la presenza di massa e lo spazio ridotto che lascia alla immaginazione del fruitore rispetto alle precedenti tre, è relegata in una posizione inferiore. Ovviamente la mia è un'opinione molto discutibile, anche se cerca di seguire la premessa di questa classifica; la forza della scultura riguarda anche le molteplici prospettive da cui può essere osservata, che la rendono più multiforme rispetto a musica, poesia e pittura. Però rimango dell'idea che questo moltiplicare le possibilità di osservazione la renda anche più simile alla realtà, le faccia imitare la natura in una maniera più definita e, tornando al ritornello di prima, tolga allo spettatore la possibilità di immaginarsi una propria soluzione al non visto: tutti i punti di osservazione sono a portata dell'osservatore, la sua immaginazione è meno stimolata.
5) Danza
Mi dispiace parlare di danza perché non ne so molto. Rifacendomi alla sua presenza in tutte le culture, come fenomeno, insieme al canto, sia aggregativo che religioso, posso in un primo momento azzardare che è sicuramente un veicolo di emozioni. In questo ambito, però, non parlando di danze collettive, quasi anti-artistiche per definizione, ma di performance di ballerini guidati da un coreografo che seguono una musica, dovrei applicare il principio di cui sopra e concludere che, questi corpi che compiono movimenti all'unisono, sono una forma d'arte e si discostano, elevandosi, dalle forme d'arte successive perché non imitano in maniera pedissequa fatti o situazioni ma le mimano in un modo tale che lo spettatore deve usare del suo per tirare le conclusioni di quanto accade sul palco. Nello stesso tempo la danza non può prescindere dalla musica, almeno credo (ma probabilmente non sarà sempre così) e, subendo essa questo tipo di dipendenza, la colloco leggermente più in basso rispetto alle prime quattro arti.
6) Fumetto
Eccoci all'outsider, tra l'altro motivo per cui mi sono avventurato in questa azzardosa classifica. Il fumetto per me è una forma d'arte superiore a cinema e teatro perché propone una simbiosi tra parola scritta e immagine che lascia alla fantasia del lettore ampi margini di inventiva personale per ricrearsi nella mente lo scenario di riferimento, la psicologia dei personaggi, i rimandi nella trama. La fruizione poi, come nella lettura di una poesia, può essere modulata in base alla voglia che si ha di carpire stimoli dalla pagina stampata. A volte citazioni, rimandi, "semplici" virtuosismi (letterari ma, soprattutto, grafici) possono essere apprezzati solo attraverso un ritmo di lettura congeniale.
7) Teatro
Forse il settimo posto è ingiusto per il teatro che richiede tanto impegno e dedizione a chi lo pratica, regala parimenti gioie e forti sensazioni a chi ne è spettatore. Ma uno spettacolo teatrale è sempre una rappresentazione a sé, unica e non replicabile (sebbene le compagnie portino in scena lo stesso spettacolo anche per anni). Quello che voglio dire è che un'opera teatrale non ha un valore assoluto, per cui ogni volta che voglio riprovare le emozioni di uno spettacolo già visto mi basta controllare che sia allestito anche quest'anno. Questo perché anche Shakespeare, nelle mani di attori scadenti o di una regia discutibile, potrebbe perdere la sua portata. Detto questo non mi è mai capitato di vedere spettacoli brutti ma, se non si vuole separare il testo teatrale (che altrimenti ricadrebbe nella poesia o nella letteratura) dalla qualità della recitazione, avrei difficoltà a stabilire quale opera mi sia piaciuta di più. Questa considerazione potrebbe valere anche per la danza, se avessi assistito al giusto numero di balletti.
8) Cinema
Il cinema è la croce e delizia della nostra epoca. Croce perché è spesso argomento di conversazione come se fosse più importante commentare l'ultimo film piuttosto che l'ultimo romanzo letto o, anche, qualche "penultimo" film visto (ripescato dal passato) che, in quanto a spessore, sarebbero più meritevoli di approfondimento. Delizia, allo stesso tempo, perché i film sono una forma di intrattenimento di facile consumo (nella categoria potrebbero rientrare anche, perché no, le serie televisive). Purtroppo è proprio questa loro natura di intrattenimento consumistico, più che di forma di arte, che li affossa in classifica. Un film presenta al suo spettatore due ore preconfezionate di suoni, immagini, trame. In questo vortice di sensazioni c'è poco spazio per l'elaborazione individuale dello spettatore, per la sua partecipazione attiva o, semplicemente, per il suo modo unico di accogliere gli stimoli propinati.
9) Architettura
La premessa è d'obbligo, per non farmi voler troppo male dagli architetti. Tanti palazzi, opere di edilizia abitativa e non, sono dei veri piaceri alla vista; a volte anche lo spirito ne giova, quando c'è armonia con l'ambiente circostante (soprattutto se questo ambiente è sfidante, come i paesaggi naturali o edifici di epoche passate). Eppure il fatto di avere una funzione (far dimorare persone, ospitare uffici, esporre opere d'arte, raccogliere tifosi di vari sport, far celebrare cerimonie di culto), pone l'architettura in una categoria differente rispetto alle precedenti otto espressioni artistiche. Le precedenti non ricoprono un ruolo necessario nella società, sono semplicemente inutili (se la misura dell'utile è il suo apporto alla sopravvivenza dell'uomo o alla fornitura di servizi alla società umana). Per questo l'ultimo posto, come se fosse un'offesa l'ardire di coniugare utile ed estetica, funzione sociale e bellezza; quasi un tradimento rispetto alla stessa idea di arte, intesa come elevazione spirituale rispetto alle prosaiche incombenze quotidiane.