mercoledì 28 gennaio 2015

Quanta grazia può avere un calzino


Sock Monkey è il fumetto del momento, del mio momento, intendo. Storia che si dipana e si rinnova in un continuum di godibili avventure di una strana epoca vittoriana, dislocata sulla costa ovest americana, lo stesso, piena di aplomb compostezza e dignità...improvvisamente frantumate dall'irresistibile sadismo di Tony Millionaire. La scalata al castello di cristallo che, poi, si converte in un incontenibile inferno di cristallo. L'idea di Sir Corvo di consolare la topolina Smalls, vedova da poco, con un rimpiazzo singolare quanto inappropriato: un topo alato ("...un arcangelo!") che altri non è che un pipistrello, divoratore di roditori. L'hobby innocuo di attaccare al muro salamandre con uno spillo, fino a farle seccare. La liberazione dalla loro scatola di un manipolo di formiche (sull'orlo del suicidio), incautamente gettate in un giardino infestato da corvi, più voraci di un formichiere. Queste sono le strane situazioni innescate da uno dei più strani dinamici duo mai creati: una scimmia fatta con i calzini vecchi, un corvo di stoffa con due bottoni al posto degli occhi. Divertimento sorprendente per grandi e per...grandi (purtroppo i piccini potrebbero non apprezzare molte delle crudeli performance raccontate, tipo il lavaggio del cervello imposto alla ghiandaia incredula). Il mondo di Millionaire oscilla sul confine tra credulità e diffidenza: un corvo di pezza può volare se al culmine del primo salto ne spicca un secondo. Un mondo toccato dalle fate che ricorda la Slumberland o i luoghi dell'orsetto Rupert; un mondo che somiglia a quelli creati da Miyazaki, con la parata di personaggi enormi e minuti; una sinfonia in bianco e nero che farà venire la voglia di possedere questi due fantocci, piazzarli su una credenza e, ogni tanto, dare loro una sbirciata per cogliere quella mossa, quel fremito che perpetui la magia di questo fumetto anche nel mondo reale.

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