martedì 15 ottobre 2013

Agostino


Versione cinematografa, forse audace per il 1962, di un romanzo breve di Moravia, "Agostino" è un filo sospeso tra due poli opposti: il decoro dei bambini delle famiglie agiate, già colmi di noia adulta, e la sguaiata esuberanza dei ragazzini di strada. In equilibrio su questo filo c'è il piccolo protagonista, in vacanza nella laguna veneta con la bella madre. Per lui l'estate diventa un rito di passaggio dall'infanzia all'adolescenza, con tanto di prove dolorose da superare. Il primo necessario dolore viene dall'allontanamento dalla sensualità materna. Il compito è arduo perché Ingrid Thulin, giovane vedova piena di fascino aristocratico, tratta il figlioletto come un putto innamorato, riempiendolo di baci sulla bocca e altre attenzioni, a volte un pò distratte. Quando la donna ricambia le attenzioni di un ammiratore, Agostino, ferito, decide di sostituire la madre con un'altra donna. Da un primo e maldestro tentativo arriva la seconda delusione: Sandro, capobanda sedicenne, gli parla di una prostituta, pronta a giacere con chiunque per pochi soldi; Agostino però, per l'età troppo acerba, viene rifiutato e quindi come relegato ancora per un pò alla dimensione di bambino. Tra i momenti memorabili, la lenta navigazione di un calle veneziano, tra edifici silenziosi, mentre il gondoliere accenna a una diceria dei morti seppelliti che potrebbero riaffiorare dal fondale. Altro personaggio chiave per l'educazione sentimentale di Agostino è Saro, l'orco pescatore. Grazie a questo personaggio, che ruba momenti di intimità con i ragazzi con la scusa dei passaggi in barca, Agostino conosce un lato oscuro della sessualità da cui, come per il rapporto edipico con la madre, cerca spontaneamente di fuggire.

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