La sinagoga degli iconoclasti è uno dei libri più divertenti che abbia mai letto. La leggerezza della scrittura di J. Rodolfo Wilcock è di quelle accattivanti: mai frasi prolisse o tendenziose, ogni pensiero ironico viene portato a compimento in modo snello, per la completa soddisfazione del lettore. Le mini-biografie immaginarie di tante persone, notabili per avere poteri, attitudini o credenze assurdi e paradossali, rimangono di una qualità alta in termini di felicità di invenzione lungo tutta la loro carrellata. E' invidiabile il modo con cui l'autore riesce a caricare di umorismo le vicende della vita e della morte di questi uomini, senza mai appesantirle con sarcasmo o moralismo. Il piacere con cui Wilcock ha dato forma al suo prodotto fantasioso è completamente avvertibile in ogni frase; riesce a rovesciare i luoghi comuni, prendere in giro il gusto delle persone per alcuni personaggi discutibili, rivestire di humour gli episodi più spiacevoli. Una tale felicità di ispirazione dovrebbe essere paradigma per tanti autori: perché esprimere il disagio esistenziale con la caduta nell'abisso come fa Houellebeck nel suo "Estensione del dominio della lotta", tradendo le promesse di divertimento iniziali? Gioie e dolori della vita sono sempre gioie, se viste dalla prospettiva di Wilcock.
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